Un progetto A.A.I. per promuovere il benessere delle persone con dipendenze
Quest’anno l’Associazione, in occasione dei percorsi di formazione delle proprie collaboratrici (tesi di laurea) ha presentato al SerT (Servizio Tossicodipendenze) dell’Azienda Sanitaria una progetto pilota, finalizzato al miglioramento della qualità della vita degli utenti del servizio stesso.
L’Azienda Sanitaria ha apprezzato molto il progetto e tutti gli sforzi fatti, firmando di buon grado una convenzione per il progetto pilota che consiste nella “Creazione e attuazione di un Progetto di gruppo a favore di utenti tossicodipendenti”.
Il progetto parte dalla considerazione che la Riabilitazione Equestre è un metodo di riabilitazione globale della persona a mezzo del cavallo. Si inserisce all’interno della rete di attività che la persona presa in carico svolge per far emergere le sue potenzialità e per riabilitare le sue funzioni.
Questo tipo di disciplina persegue finalità preventive, riabilitative e terapeutiche attraverso un processo relazionale che si avvale di specifiche tecniche. Si tratta di un’attività che agisce a livello psicomotorio, cognitivo e comportamentale.
In estrema sintesi il progetto si articola partendo dalla stimolazione corpora che è uno dei punti di forza di questo metodo poiché si ottiene una sollecitazione tattile intensa tramite il contatto con un animale di grandi dimensioni, che aiuta la presa di coscienza e la conoscenza di sé e del proprio corpo.
Dal punto di vista della comunicazione si deve ricordare che il cavallo è un animale molto sociale estremamente sensibile al linguaggio del corpo inteso come gestualità, e comunque molto recettivo verso tutti i tipi di comunicazione. Importante è citare la potenzialità dal punto di vista emotivo dell’animale: il cavallo è un essere che esprime emozioni in cui ci si può riconoscere e dove si può assumere un ruolo rassicurante. Allo stesso tempo montare a cavallo, cioè su un animale grande e potente, offre sensazioni di protezione, di autostima e fiducia in sè stessi. È ormai riconosciuto il valore del coinvolgimento emotivo nel processo di apprendimento, ragion per cui l’attività con gli animali (in qualità di esseri viventi “altri”) si dimostra efficace: il cavallo, in questo caso, è in grado di generare sentimenti ed emozioni intense e possiede le caratteristiche fisiche – calore, morbidezza, odore, movimenti regolari, grandi occhi con sguardo intenso – per stimolare un processo di attaccamento.
Da ultimo, bisogna ricordare come andare a cavallo permetta anche di essere gratificati, sia dall’offrire cure, sia dal ricevere come risposta ai nostri comportamenti manifestazioni di gratificazione da parte dell’animale.
In materia di IAA e tossicodipendenze la letteratura è piuttosto povera, soprattutto se si necessita di riferimenti EBM. Di seguito verranno dunque, citati riferimenti a studi nell’ambito pediatrico riguardanti meccanismi e
Il contatto fisico piacevole, come per esempio accarezzare un animale, è uno dei vantaggi degli Interventi Assistiti con gli Animali e si basa su principi fisiologici.
L’attivazione del sistema ossitocina è un meccanismo neurobiologico che può chiarire molti altri effetti delle interazioni uomo-animale documentati in letteratura (Beetz, Uvnäs-Moberg et al, 2012; Julius et al 2013).
La teoria dell’attaccamento formulata da Bolwlby (1969) e Ainsworth (1963) costituisce il presupposto per la spiegazione delle relazioni fra uomo e animale e degli effetti positivi che ne risultano (Beetz te al, 2011,2012).
Il fenomeno dell’attaccamento può essere definito come un sistema comportamentale che mira a stabilire e a mantenere una vicinanza con le persone che si prendono cura del soggetto, sia per garantire protezione, cura e mantenimento (George &Solomon, 2008; Marvin & Britner, 2008) sia per controllare situazioni di stress e stati d’animo negativi.
Il contatto fisico insieme al supporto emotivo è la combinazione più efficace nel controllo di reazioni stressanti (Ditzen et al, 2007). Sullo sfondo delle teorie dell’attaccamento e del sostegno sociale si presentano diversi vantaggi degli Interventi Assistiti con gli Animali. Le persone incontrano gli animali con una disponibilità di stabilire rapporti sicuri, che comprende anche il contatto e la fiducia (Beetz et al, 2011, 2012). Ciò offre la possibilità che strategie di attaccamento sicure riguardo l’animale possano essere sperimentate e sviluppate, soprattutto se l’interazione è guidata da un operatore nel contesto di Interventi Assistiti con gli Animali e da esso modulata nei casi in cui si dovesse rendere necessario un intervento correttivo.
Inoltre, sembra che nelle interazioni con gli animali esistano i correlati fisiologici di attaccamento sicuro, come l’attivazione del sistema di ossitocina e il controllo dello stress (cortisolo, vedi Beetz et al. 2012), anche in persone legate in modo non sicuro. Un ulteriore vantaggio degli animali consiste nel fatto che spesso sono infatti soggetti destinatari che facilmente accettano il comportamento di cura dell’uomo.
L’atto del prendersi cura, che include anche quello dell’alimentare e assistere un animale, evoca probabilmente effetti positivi simili all’atto di ottenere cura (Dunbar, 2010; Julius et al, 2013).
In particolare in pazienti lungo degenti che hanno poche occasioni per sperimentare l’autoefficacia, cioè la percezione che ognuno possiede rispetto alla propria capacità di organizzare le attività e di raggiungere obiettivi, e che si percepiscono costantemente come “recipiente” delle attenzioni di cura altrui, gli animali offrono un’occasione ideale per conoscere la propria autoefficacia attraverso l’atto di prendersi cura di un altro soggetto vivente e di sperimentare successo.1